Una patologia da non sottovalutare, per la quale oggi esistono diverse tipologie di vaccino in grado di prevenire fino al 54% delle infezioni.
La leishmaniosi animale è una malattia sostenuta da parassiti appartenenti ai protozoi. L’agente principale della leishmaniosi nelle aree mediterranee è la Leishmania infantum, un parassita in grado di colpire soprattutto il cane e, più raramente, anche gli esseri umani. La leishmaniosi viene veicolata in Europa dalla puntura del Phlebotomus papatasi, comunemente chiamato pappatacio, insetto simile alla zanzara. Il pappatacio colpisce principalmente da maggio a ottobre e preferibilmente dal tramonto all’alba. È presente in tutto il mondo, tranne, a quanto pare, in Australia, ma principalmente si trova in aree vicino al mare o nelle zone tropicali.
DIFFUSIONE
Le numerose segnalazioni degli ultimi anni di casi di leishmaniosi canina provenienti da aree tradizionalmente ritenute indenni (anche dell’Italia settentrionale), debbono portare alla conclusione che – in pratica – non esistono zone, comunemente abitate, che possano essere considerate completamente sicure. Questa malattia colpisce il cane punto dall’insetto infetto e porta a sintomi piuttosto gravi. Un cane risultato positivo al test può tuttavia vivere per molto tempo prima di manifestare sintomi, ma può comunque diffondere la malattia. La leishmaniosi, inoltre, è un’antropo-zoonosi, cioè una malattia trasmissibile, in alcune particolari condizioni, anche all’uomo.
TRASMISSIONE
Molto importante è tenere presente che la leishmania non viene trasmessa direttamente da cane a cane o da cane a persona: il protozoo infatti, per diventare infettante, deve prima compiere nel pappatacio una parte del proprio ciclo biologico. La vicinanza o il possesso di un cane infetto comportano dunque un rischio epidemiologico per l’uomo del tutto risibile, visto che in una zona endemica saranno molti milioni i pappataci infetti potenzialmente in grado di pungere.
SINTOMI
La leishmaniosi può manifestarsi con una serie di sintomi che possono presentarsi assieme o singolarmente. Alcuni animali possono presentare prevalentemente la sintomatologia cutanea della malattia, in altri vengono colpiti gli organi interni, altri ancora manifestano sintomi di entrambi i tipi. La sintomatologia e i segni clinici possono pertanto essere, nei casi non conclamati, multiformi e talvolta difficili da inquadrare.
La sintomatologia “classica” della leishmaniosi comprende:
– Dermatite secca esfoliativa tipo forfora
– Perdita di peso in modo più o meno rapido.
– Alopecia ovvero perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso.
– Lesioni alle orecchie le quali perdono pelo e manifestano vere e proprie ulcere sanguinolente.
– Perdita di sangue dal naso (epistassi) dovuta a ulcere nella mucosa orale, in cui sono presenti i parassiti.
– Crescita accelerata delle unghie (onicogrifosi).
– Dolori articolari compreso anche mal di schiena: il cane se ne sta spesso immobile in piedi, tenendo la testa bassa per cercare sollievo.
– Lesioni oculari, dovute a una uveite e iridociclite.
– A livello viscerale si riscontrano danni renali, in correlazione ai quali compaiono, col procedere della malattia nei successivi gradi di disfunzione renale: polidipsia, poliuria, anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali, sino ai segni neurologici e al coma uremico.
DIAGNOSI
La diagnosi viene effettuata sul sangue, sull’urina, su prelievi citologici di linfonodi, midollo osseo e milza. Il sangue viene valutato quantitativamente nelle sue componenti cellulari (esame emocromocitometrico), in quelle proteiche plasmatiche (elettroforesi) e dal punto di vista immunologico, alla ricerca degli anticorpi indicanti il contatto col parassita (immunofluorescenza) o del parassita stesso (PCR); dall’esame del siero si ricavano informazioni sulla funzionalità degli organi interni, specie fegato e reni.
TERAPIA
I protocolli terapeutici sono oggetto di continui studi e verifiche di efficacia. Cani che reagiscono molto bene alla cura possono continuare a vivere anni senza più manifestare i sintomi e alcuni possono negativizzarsi sierologicamente. Tuttavia sono possibili delle recidive e per questo motivo in genere si effettuano esami di laboratorio periodici. Numerosi sono i casi di negativizzazione del parassita (leishmanie) con gli attuali protocolli di cura (glucantime-allopurinolo e\o milteforan-allopurinolo), ma ciò non rende purtroppo l’animale esente da un eventuale ricontagio o reinfestazione.
VACCINAZIONE
Diversi vaccini sono disponibili: Leishmune®, Leishtec, e CaniLeish®; i vaccini di prima generazione prevedono forme vive di Leishmania; i vaccini di seconda generazione prevedono batteri vivi ricombinanti che esprimono antigeni di Leishmania e DNA plasmidi codificanti-antigeni. Il Leishmune della Azienda brasiliana Fort Dodge Animal Health è stato il primo, esso contiene una frazione purificata di L. donovani più un adiuvante a base di saponina. Il vaccino è indicato per cani asintomatici e sieronegativi. Il vaccino Europeo è il CaniLeish della Virbac. La prima vaccinazione va eseguita su cani di almeno 6 mesi di età, dopo l’esecuzione di un test rapido per accertare che il cane non sia sieropositivo alla malattia e, in caso di negatività, comprende 3 inoculazioni di vaccino distanziate 3 settimane l’una dall’altra. Fatto ciò si procede come per tutte le altre vaccinazioni con un richiamo annuale.
PREVENZIONE
La profilassi per il cane rivolta alla protezione dagli insetti, avviene tramite l’applicazione sull’animale di prodotti repellenti (in genere piretroidi naturali o sintetici come la deltametrina e la permetrina), contenuti in collari, spray o fiale spot-on da applicare sulla cute, che hanno dimostrato in test e ricerche scientifiche un potere antifeeding sul flebotomo, ospite intermedio.
[Fonte: WikiPedia]